Le nanoemulsioni sono costituite da almeno tre componenti: acqua, olio e tensioattivo che miscelati in opportune concentrazioni formano liquidi isotropici e termicamente stabili caratterizzati dalla presenza di nanogocce di olio in acqua o acqua in olio da 20 a 200nm.
Possono presentare microstrutture dove la connettività interna della fase dispersa determina un sistema ramificato biocontinuo che appare trasparente e traslucido. Nelle formulazioni farmaceutiche sono utilizzate per la maggior parte nanoemulsioni olio in acqua per veicolare farmaci liposolubili che sono in questo modo dispersi nelle fase interna oleosa.
La dimensione delle gocce ne previene la rottura, la fusione e la sedimentazione. Il comportamento delle nanoemulsioni e le tecniche di funzionalizzazione sono simili a quelle delle micelle.
Molti autori concordano sul fatto che queste nanoemulsioni in vivo determinano una netta diminuzione della tossicità acuta ed un aumento della concentrazione del farmaco veicolato nel sito tumorale (Junping et al 2003; Kang et al 2004).
La struttura della nanoemulsione è fondamentale per determinare il rilascio del farmaco e l’ampia varietà di strutture possibili permette di poter scegliere l’emulsione a seconda del dosaggio necessario. In una sospensione olio in acqua il farmaco idrofobico, solubilizzato nelle gocce, sarà rilasciato più lentamente a causa dell’impedimento fisico della diffusione, in una soluzione acqua in olio si verificherà il contrario, il farmaco diffonderà più velocemente (Podlogar et al 2004).
Sono stati studiati in vivo dei sistemi di nanoemulsioni iniettabili composti da una fase acquosa, una anfifilica con PEG-lipidi e colesterolo ed una fase oleosa composta da vitamina E, acido oleico e vincristina. La vincristina è stata sciolta nella fase oleosa e l’aumento di pH ne aumentava la solubilità. La grandezza delle particelle nell’ emulsione era di circa 138nm e la soluzione era stabile. Quando questa nanonoemulsione era somministrata in circolo si assisteva ad un aumento della biodistribuzione nel sito tumorale ed ad una diminuzione della distribuzione nei macrofagi reticolo-endoteliali, e la tossicità acuta era nettamente minore rispetto al farmaco somministrato libero (Junping et al 2003). Anche il paclitaxel incorporato in nanoemulsioni con poli(lattato-co-glicolico) viene rilasciato in modo controllato al sito bersaglio con aumento dell’attività antitumorale e con riduzione della tossicità sistemica acuta (Kang et al 2004).
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Referenze bibliografiche
Estratto dalla mia tesi di laurea specialistica “DETERMINAZIONE IN VITRO DELLA CITOTOSSICITA’ DI NUOVI NANOMATERIALI”. Pubblicata su NANOMEDICINE (2012: 7:3) – Development of a multilevel approach for the evaluation of nanomaterials’ toxicity. Luca Galluzzi, Laura Chiarantini, Elena Pantucci, Rosa Curci, Jacqueline Merikhi, Helga Hummel, Peter K Bachmann, Elisabetta Manuali, Giovanni Pezzotti & Mauro Magnani.
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